Testi critici
Carlo Quattrucci | Campo de’ Fiori
di Carlo Quattrucci
Dal catalogo "Bettona richiama"
Incontri Bettona Primo Maggio
a cura di Glauco Pellegrini
Pinacoteca Comunale | Palazzo Malatesta Baglioni | Oratorio S. Andrea | Badia di Passaggio | 1° maggio 1983
Sono testimone di una qualcosa di strano, un rito che si ripete ogni notte in piazza Campo de’ Fiori: la continuazione, non più in chiave inquisitoria, del supplizio di Giordano Bruno.
Una persona amica, incuriosita dai miei quadri si Campo de’ Fiori mi disse che ogni notte, sotto il monumento di Giordano, gruppi di giovani, vigilati da un “gazzella” della polizia, in inverno per riscaldarsi o in estate per il puro piacere di bruciare vecchie cassette, rievocano, inconsciamente il supplizio del frate eretico.
Debbo confessare che lo spettacolo di questo falò acceso sotto il basamento della scultura, deturpato o forse arricchito dai simboli dell’anarchia e dell’estremismo extra-parlamentare, mi ha veramente impressionato.
Nella suggestione di questo allucinante scenario, teatro naturale di una tragedia antica, con una luna così tonda da sembrare finta, io ho materializzato nella mia mente un testo di Rafael Alberti…
Campo de’ Fiori
Patate, bulli, pertiche, pignatte,
uccelli, gufi, plastica, tegami,
camicie, pantaloni, ciarlatani,
vere occasioni che non sono tali.
Prezzemolo, Frascati, agli, ciabatte,
cravatte, funghi, stoffe, gamberetti,
lire scorrenti, con cui metti l’ali,
mille volte tu sciogli e mille leghi.
Campo de’ Fiori, Campo de las Flores,
prodigo dispensiere di colori,
luce, grazie, clamore, complimenti…
Sopra i tuoi vivi fuochi, ormai smorzati,
tristissimo monarca dei mercati,
arde Giordano Bruno eternamente.
Rafael Alberti